Questa raccolta di racconti mi è piaciuta molto e l'ho trovata particolare.
Contando che sono tutte storie per bambini, non mi aspettavo dei finali così lontani dal classico lieto fine, nei quali spesso entra in scena la morte.
Già nel primo racconto "Il principe felice" sia la rondine sia la statua muoiono dopo essersi completamente donati agli altri.
E' dunque ricorrente il tema del sacrificio, dalla statua e la rondine che poi andranno in Paradiso, all'usignolo che muore per l'amore di un ragazzo: "«La morte è un alto prezzo da pagare per una rosa rossa- esclamò l'Usignolo. «E la vita è molto cara a tutti. E' piacevole starsene nel verde bosco, e guardare il Sole sul suo cocchio d'oro, e la Luna sul suo cocchio perlato. Dolce è il profumo del biancospino, e dolci sono le campanule che si celano nella valle, e l'erica che fiorisce sul colle. Pure, l'amore è migliore della vita, e che cosa è il cuore di un uccello paragonato al cuore di un uomo?»".
Dal povero Hans che fa di tutto per il suo amico mugnaio, ai lavoratori che devono sottostare ai padroni per far avere al re le migliori cose "«Chi è il tuo padrone?» chiese il giovane Re. «Chi è il nostro padrone!» esclamò il tessitore, amaramente. «È un uomo come me. Veramente, fra noi c’è solo questa differenza: che lui porta bei vestiti mentre io sono coperto di stracci, e che mentre io sono debole per la fame lui soffre, e non poco, per l’eccesso di cibo.» «Il paese è libero» disse il giovane Re «e tu non sei certo uno schiavo.» «In guerra» rispose il tessitore «i forti fanno schiavi i deboli, e in pace i ricchi fanno schiavi i poveri...."
Mi è piaciuta molto la scelta di dare la parola sia agli animali sia agli oggeti,un esempio è quello dei fiori o dei rosai che parlano o dei fuochi d'artificio, della rondine, della statua, della farfalla e dell'ombra, che rigettata dal ragazzo erra senza cuore commettendo peccati.
Di tutti i racconti i miei preferiti sono stati "Il principe felice", "L'usignolo e la rosa", "Il ragguardevole razzo" e "Il giovane re".
Filippo Maria
Testo scritto da Filippo Maria. Non utilizzabile senza il permesso del sottoscritto.
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