In questo libro il tema dello scontro tra il bene e il male, tra questi due emisferi opposti che ci costituiscono, due aspetti così differenti che si trovano in un solo corpo, viene trattato da un punto di vista psicologico e filosofico.
Da notare la figura di Jekyll che, apparentemente contrapposta a quella di Hyde, ci ricorda invece che l'uomo mai è perfetto e per questo esso potrà sempre commettere peccati. Ecco perchè il dottore cade in tentazione e, pur cercando di riscattarsi attraverso buone azioni, torna al male e anzi il male stesso sovrasta il bene. Inizialmente Hyde sparisce quando Jekyll riassume la pozione ma ad un certo punto il male si manifesta improvvisamente, in modo incontrollabile.
Il male quindi si autoalimenta con desideri repressi che si sfogano dandone vita ad altri.
Robert L. Stevenson ha voluto utilizzare l'effetto doppelgänger per esprimere ancora meglio questa dualità. Come scrive Jekyll nella sua lettera finale: "Sentivo che dovevo scegliere. Le mie due nature avevano in comune la memoria, ma tutte le altre facoltà erano ripartite fra di loro in maniera diseguale. Jekyll (che era un misto delle due) cancepiva e econdivideva i piaceri e le avventure di Hyde ora con ansia timorosa, ora con bramoso entusiasmo; Hyde, invece, era del tutto indifferente nei confronti di Jekyll, o, tutt'al più, si ricordava di lui come il bandito di montagna ricorda la caverna in cui va a nascondersi quando è inseguito."
La morte porta via tutti, dalla persona più buona a quella più cattiva, e colui che sognava omicidi ad occhi aperti, finisce per suicidarsi dopo essersi nascosto come solo le creature più indifese e disperate sanno fare.
Editore: Feltrinelli
Genere: Dramma, fiction Gotica-Horror
Pagine: 128 p.
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Filippo Maria
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